«…allora penso ai cupi mali della mia terra
la tempesta che esplode dal deserto del tempo
sulla speranza più luminosa del mondo avvinta
al crimine più orrendo dell’uomo.»

PRESENTIMENTI (1860)
Quando vedo le nubi atre dell’oceano addensarsi
sulle colline dell’interno e stendersi infuriando
nel bruno del tardo autunno, e la valle
fradicia rabbrividire d’orrore
e il campanile precipitare di schianto sulla città
allora penso ai cupi mali della mia terra
la tempesta che esplode dal deserto del tempo
sulla speranza più luminosa del mondo avvinta
al crimine più orrendo dell’uomo.
Adesso il lato oscuro della natura si staglia
e l’ottimismo sgomento si è dissolto
nemmeno per un bambino ha misteri il cupo ciglio
di quella montagna nera, solitaria.
I torrenti precipitano dalle gole urlando
e nuove tempeste si addensano dietro alla tempesta presente:
l’abete trema e si scuote nella trave
la quercia nella chiglia che solca.
CIOTTOLI
Anche se il meteorologo non desiste
A rilevare le leggi del tempo,
sgombri e sula, loro sanno
che i venti soffiano dove vogliono
in forma di tempesta, o breve raffica.

LO SQUALO MALESE
Attorno allo squalo, flemmatico
glauco ubriacone del mare malese
i piccoli lucenti pesci pilota, azzurri e snelli
sono pronti per lui, come in allarme.
Dalla fossa sega della bocca, dall’ossario dello stomaco
non hanno pericolo da temere,
ma scivolano liquidi sul suo fianco spettrale
o di fronte alla sua testa di Gorgone
o si acquattano nel porto dei denti rinserrati
nelle tre file bianche di porte sfavillanti
e là trovano approdo quando fuori è pericolo
un asilo nelle fauci del destino!
Gli sono amici, e da amici lo guidano alla preda
eppure non partecipano al banchetto
occhi e cervello del vecchio rimbambito e ottuso
bianco predatore di carne orrenda.
I disegni sono opera di Fabrizio Uffreduzzi, il suo sito web è Dreamopedia